Tra le fotografie della collezione Ashby ci sono circa 150 immagini inedite che riguardano l’Abruzzo, regione che l’autore ebbe modo di visitare più volte tra il 1901 e il 1923. Si tratta di suggestive immagini di monumenti, di siti archeologici, di centri abitati e paesaggi, ma soprattutto prevale l’interesse per l'aspetto etnografico. L’elemento umano è fortemente caratterizzato dall’ambiente e dall’epoca. Contadini, personaggi con i costumi tradizionali, sono stati ritratti da Ashby prevalentemente in gruppi mentre partecipano alle caratteristiche processioni in occasione di feste religiose, o durante lo svolgimento di fiere paesane. La presenza di fotografie di genere antropologico può sembrare insolita, poiché gli archeologi o gli storici dell’arte fotografano generalmente solo elementi che rientrano nel settore specifico della loro disciplina. Da questo punto di vista Ashby rappresenta un’eccezione, poiché ha dimostrato un grande interesse anche per gli aspetti del “paese reale”. Egli ha raccolto e porta verso equilibri più maturi la straordinaria eredità dei viaggiatori inglesi rispecchiando nel suo modo di viaggiare quella stessa temperie culturale che, a partire dalla fine del Settecento, portò artisti e scrittori a superare i confini tradizionali del viaggio imposti dal Grand Tour d'Europa. Ashby rientra in quella schiera di viaggiatori che attraversarono la penisola italiana a piedi o in bicicletta, percorrendo itinerari non convenzionali, lontani dalle grandi città. Egli si lasciò dietro alle spalle le strade battute per avventurarsi attraverso percorsi montani impervi o sentieri di campagna, pervaso dal desiderio di scoprire le tante realtà delle province italiane e di attingere direttamente alla fonte di quella cultura. L’Abruzzo, terra integra per l’isolamento secolare in cui era rimasta, si rivelò una regione ricca di antiche tradizioni e di monumenti da esplorare.
Della realtà abruzzese, Ashby non trascurò nulla e da profondo osservatore prese appunti e fotografò tutto ciò che ne faceva parte. Consapevole della precarietà di quei luoghi non toccati dalla moderna civiltà, Ashby documentò quasi a voler fermare il tempo dei monumenti e degli eventi che osservò. Fece tesoro di tutto quello che vide ed essendo esponente di una cultura orientata allo scambio e alla circolazione delle notizie, contribuì a diffondere la conoscenza dell’Abruzzo in Europa, come testimoniano le sue pubblicazioni apparse su riviste internazionali.

 

Viaggi ed itinerari abruzzesi (1901-1923)
Sei sono i viaggi compiuti da Ashby in Abruzzo, testimoniati da documentazione scritta e fotografica.
Il primo viaggio risale al 1901, anno in cui effettuò insieme con Rodolfo Lanciani un sopralluogo ai resti della colonia latina di Carsioli e alla zona circostante (Carsoli, Alba Fucens, Sulmona, L’Aquila, Amiternum). Lo studioso tornò a interessarsi del territorio carseolano e di altre località poste lungo il percorso dall’antica via Valeria (Alba Fucens, Sante Marie, Tagliacozzo) nel 1903.
Due anni dopo, in collaborazione con George Joseph Pfeiffer, pubblicò nel primo volume dei “Supplementary Papers of the American School of Classical Studies in Rome” lo studio topografico su Carsioli che, a oltre cent’anni dalla pubblicazione, rimane il più esauriente contributo per la definizione topografica dell’antica città.
Nel 1905 il suo interesse da antiquario lo condusse nuovamente in Abruzzo per visitare la Mostra di Antica Arte Abruzzese allestita presso il Palazzo Comunale di Chieti. Come Ashby spiegò ai lettori della sua recensione intitolata Ancient Abruzzese art at Chieti, pubblicata su “The Builder” del 23 dicembre 1905, essendo Chieti abbastanza distante dalle ordinarie rotte turistiche, probabilmente, la mostra non era stata visitata dai molti viaggiatori inglesi, per cui un resoconto di essa poteva risultare di un certo interesse. Di questo viaggio rimangono, oltre all’articolo che contiene un giudizio particolarmente lodevole nei confronti degli organizzatori della mostra, anche quattro fotografie della città.
Il viaggio in Abruzzo nel 1909 aveva uno scopo preciso: vedere e documentare alcuni aspetti della vita popolare abruzzese durante le caratteristiche processioni svolte in occasione di alcune feste religiose. Con sessantaquattro fotografie e tre pubblicazioni Ashby ha immortalato l’ambiente abruzzese nei primi anni del ‘900. In questo gruppo di fotografie prevale l’elemento umano. La gente accorsa dai vari paesi d’Abruzzo per partecipare alle caratteristiche processioni della Madonna della Libera a Pratola Peligna, di S. Alessandro a Corfinio, di San Domenico a Cocullo, è stata ritratta perlopiù in gruppo e vestita con i tipici costumi tradizionali. Numerose sono inoltre le fotografie che ritraggono i monumenti di Sulmona e Anversa, le splendide vedute del cosiddetto lago di S. Domenico presso Villalago (Aq) e le suggestive Gole del Sagittario.
Altri tre viaggi furono compiuti da Ashby nel 1914, 1915, 1923. Le ventitrè fotografie, prevalentemente di paesaggio, ritraggono i dintorni di Cappadocia, Capistrello, Pescocanale, Civita d’Antino, Tagliacozzo e Roccacerro.

 

 
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